Il Borgo Chianti DOCG

RISERVA 2015 Biologico

UVE: 100% sangiovese
UBICAZIONE: Reggello
ESPOSIZIONE E ALTIMETRIA: Sud, sud-est – 300-340 mt
SUOLO: Argilloso-calcarei e sabbioso ciottolo
FORMA ALLEVAMENTO E DENSITA’ D’IMPIANTO: Cordone speronato 4700 ceppi per ettaro
EPOCA E METODO VENDEMMIA: Primi giorni di ottobre manuale in cassette
FERMENTAZIONE: Temperatura controllata, con frequenti rimontaggi, basata su moderne tecniche fermentative
INVECCHIAMENTO: Dopo la fermentazione malolattica 10 mesi in piccole barriques di legno di primo e secondo passaggio per poi essere rimassificato in acciaio
AFFINAMENTO: Imbottigliato a circa due anni dalla vendemmia resta in affinamento dentro la nostra cantina ancora 6 mesi
GRADO ALCOLICO: 13
COLORE: Colore rubino intenso con sfumature granato
PROFUMO: Al naso si sentono note floreali, in cui la frutta rossa si unisce a note, speziate e minerali; un insieme ricco di tradizionali sentori della terra di Toscana
GUSTO: Tannino e morbidezza si integrano in sensazioni di elegante tipicità
ABBINAMENTI ENOGASTRONOMICI: Carni rosse, piatti a base di selvaggina e cacciagione; formaggi erborinati e stagionati, come nella splendida tradizione enogastronomica Toscana

20,00

VINI BIOLOGICI

I principi, la filosofia produttiva e di vita che guidano il nostro lavoro ci hanno spinto fin dall’inizio a praticare l’agricoltura biologica

Un vino si definisce biologico quando proviene da uve 100% biologiche coltivate senza l’utilizzo di agenti chimici di sintesi nei vigneti mentre in cantina la vinificazione deve avvenire con l’utilizzo limitato di solfiti (10 mg/lt) e di prodotti enologici certificati biologici.

Per le concimazioni usiamo solo prodotti di origine organica autorizzati dalla certificazione bio evitando forzature come concimazioni chimiche che tendono a stimolare la produzione quantitativa della pianta a scapito di quella qualitativa e ad impoverire il prezioso rapporto Terreno/Pianta/Clima che costituisce l’equilibrio necessario per lo sviluppo di una vite forte, che produce uve sane, equilibrate, ricche e che rendono identificabili e unici i ns. vini e controlliamo l’infestazione di malerbe soltanto con lavorazioni meccaniche.
Per la difesa antiparassitaria usiamo solo prodotti “di contatto” come rame e zolfo, diversamente che nella viticoltura convenzionale dove invece si usano composti che agiscono migrando all’interno della pianta e lasciando residui chimici.

Numerose sono le difficoltà che si incontrano nel coltivare una vite biologica; difficoltà che si ripresentano ogni giorno, specie quando le annate critiche ci mettono alla prova e per proteggere il raccolto dobbiamo e vogliamo usare esclusivamente prodotti naturali. Questo, però, ci porta sempre a migliorare e a dare il massimo in ogni annata per offrire un vino che sia 100% biologico e sano. L’odierna tecnologia e l’esperienza dei nostri agronomi ci permettono di sperimentare nuovi prodotti all’avanguardia.

Oltre ad un indiscusso valore aggiunto di tipo etico, il vino biologico è un prodotto sano, naturale dai sapori genuini ed espressione più veritiera di un territorio che rispetta non solo l’ambiente e l’ecosistema ma salvaguardia anche la salute di chi lo consuma, del produttore stesso e di chi ci circonda, essendo privo di qualsiasi componente chimico al suo interno. Il vino biologico inoltre racchiude in sé sostanze utili per l’organismo umano, come ad esempio il resveratrolo, che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato essere un protettivo per il sistema cardiocircolatorio.

VINI SENZA SOLFITI AGGIUNTI
I solfiti sono degli additivi utilizzati nel settore alimentare e nella produzione di vino ed hanno due scopi principali. Rappresentano un conservante che rallenta la crescita e lo sviluppo di microbi all’interno del prodotto ed un antiossidante che previene l’ossidazione dovuta al contatto con l’ossigeno. Di fatto si tratta di sostanze che hanno un ruolo indispensabile nel mantenere stabili le caratteristiche organolettiche del vino e di tanti altri alimenti, evitando alterazioni batteriche ed evoluzioni sgradite in bottiglia, ed allo stesso tempo garantendo la conservabilità del prodotto. Chiaramente una qualità di partenza elevata dell’uva fa sì che ci siano meno rischi di alterazioni batteriche e, di conseguenza, un’esigenza minore di ricorrere ai solfiti come conservanti.
Per quanto concerne gli effetti dei solfiti sull’organismo, il sintomo più classico è il cosiddetto “cerchio alla testa” e la sensazione di pesantezza allo stomaco. In aggiunta, il contatto dei solfiti alimentari con l’acido gastrico genera anidride solforosa, che tende a provocare attacchi di broncospasmo nei soggetti asmatici. In soggetti particolarmente sensibili possono poi presentarsi alcune reazioni allergiche.
Di conseguenza, quanto più è sano il vino durante la fase della vinificazione (pochi batteri e microorganismi), tanto minore sarà l’esigenza di aggiungere solfiti
I vini “senza solfiti aggiunti” contengono comunque solfiti sviluppati naturalmente in una quantità inferiore ai 10mg/l. esso discorso per i vini senza solfiti aggiunti che sono, come dice il termine stesso, ottenuti semplicemente senza ricorrere alla loro aggiunta. I vini che possono avere in etichetta la menzione “senza solfiti aggiunti” devono avere quantità di anidride solforosa totale inferiore a 10 mg /litri, con analisi che viene effettuata tramite la metodica “per distillazione”
In questa tipologia di vini non può essere aggiunta anidride solforosa di nessuna natura (quasi tutte le forme di anidride solforosa artificiale vengono ottenute attraverso lavorazioni di sostanze derivate dal petrolio).
L’anidride solforosa all’interno dei vini è quasi sempre presente, infatti è un sottoprodotto della così detta fermentazione alcolica; I lieviti durante il processo della vinificazione si nutrono di frazioni amminoacidiche che contengono parti di zolfo e che trasformano in parte in anidride solforosa…

TUTTI I LIEVITI ATTRAVERSO IL PROCESSO NUTRIZIONALE PRODUCONO ANIDRIDE SOLFOROSA.
Nella moderna produzione dei lieviti da vino la prima caratteristica che microbiologicamente seleziona è la bassa produttività di anidride solforosa. Seguendo quindi questi principi che nelle nostre vinificazioni utilizziamo lieviti che nelle loro caratteristiche tecniche sono bassi produttori di anidride solforosa, provengono da selezioni naturali e sono quindi biologici.
Tutte le procedure di vinificazione vengono effettuate con grande velocità e con procedure estremamente rigorose, tali da permettere la riproduzione dei lieviti biologici nel mosto in modo totale ed uniforme.
Per favorire poi la protezione dei mosti nel periodo in cui i lieviti saccharomyces non sono ancora attivi (dopo l’ammostamento) proteggiamo i nostri mosti con lieviti no saccharomyces (lieviti che sono presenti nelle bucce delle uve in basse quantità) che risultano non fermentativi e formano una barriera protettiva contro microrganismi non voluti che potrebbero danneggiare la qualità dei mosti. Solo i saccharomyces cervisae possono rompere le barriere microbiologiche formate dalle bio protezioni (lievitino saccharomyces) e far iniziare processi fermentativi positivi e voluti. Tutti i processi successivi alla vinificazione vengono condotti in assenza di ossigeno per poter proteggere al meglio il prodotto che abbiamo ottenuto.
Il nostro vino risulta essere Naturale (i lieviti utilizzati sono stati selezionati dalle bucce delle uve). La grande novità è quella di produrre vini riuscendo ad utilizzare un molteplice numero di microrganismi, che donano al prodotto una bella complessità unita ad una naturale freschezza; infine, da non dimenticare la migliore selezione nell’estrazione dei tannini durante la macerazione delle uve. L’anidride solforosa durante la vinificazione effettua un effetto solvente, che non seleziona i tannini durante la macerazione, con il risultato di avere una quantità di polifenoli elevata ma non ben selezionata (tannini a volte un po’ troppo aggressivi); i vini senza solfiti aggiunti risultano più equilibrati e piacevoli.